In occasione della nuova uscita cinematografica Challengers, che sta spopolando nelle sale italiane, il doppiatore di origini pianuresi che ha prestato la sua voce per tale film, oggi ci introdurrà all’affascinante e poco conosciuto mondo del doppiaggio. “Sono Cristian Vespe, classe 2000, e sono un doppiatore, quindi il mio lavoro consiste nel restituire in italiano, quello che è stato interpretato in un’altra lingua. Il doppiaggio, in ogni caso, non è una semplice traduzione, ma un adattamento complesso che rende fruibile il prodotto nella nostra lingua”. Ed è proprio questa complessa realtà che oggi vogliamo scoprire, iniziando con il chiederci, come un ragazzo come Cristian, si sia interessato a tutto ciò. “Da piccolo mi è sempre piaciuto recitare ed essere al centro dell’attenzione. Durante le scuole medie, con i miei amici, ci siamo appassionati al format “Cotto e Frullato”, del frontman Maurizio Merluzzo. Ed è proprio dai suoi video, nei quali rivela di essere un doppiatore, che iniziai ad avvicinarmi al doppiaggio, iniziando a soffermarmi sempre di più sulle voci degli interpreti di film e serie, nei quali mi imbattevo”. E fu così che da semplice gioco tra ragazzi, per Cristian, diventare un doppiatore, si è trasformato in un sogno da realizzare. Le prime preoccupazioni, non tardarono ad arrivare, circa la voce, a detta sua fin troppo squillante, e poco profonda. “Con il tempo ho però scoperto che la timbrica è una delle problematiche più marginali per un doppiatore. In fin dei conti è uno strumento da sapere usare, ed anzi una firma biometrica che ci rende unici e riconoscibili. Molti sono i doppiatori passati alla storia per il loro timbro unico, come Ferruccio Amendola, Tonino Accolla, Paolo Torrisi, e tanti altri che ancora oggi svolgono un lavoro di eccellenza come Gabriele Patriarca, Luca dal Fabbro, Mino Caprio, pur non avendo la classica voce da primo attore”. La gavetta di Cristian inizia all’età di 17 anni, quando convinse i suoi genitori ad iscriversi ad un primo corso di recitazione, dizione, doppiaggio e canto, al termine del quale scelse di continuare ad inseguire la sua passione a Roma, patria del doppiaggio italiano, dove si trasferì ad ottobre 2019. “Ho vissuto inizialmente a Fiumicino, svegliandomi all’alba ogni mattina, per recarmi fuori le sale di doppiaggio e provare a farmi ascoltare, chiedendo per qualche provino. Spesso ci sono state giornate vuote, mentre altre volte sono stato più fortunato”. Ed è a febbraio del 2020 che finalmente Cristian riesce ad ottenere il suo primo turno di doppiaggio, vedendo i suoi sforzi e le sue difficili scelte di vita ripagate. “Purtroppo questo entusiasmo è stato stroncato dalla pandemia, durante la quale tutto si è fermato. E’ stato un brutto periodo, sono tornato a Napoli, ed anche solo pensare a qualche provino era impossibile”. Nonostante ciò, non si è mai arreso, continuando ad inviare materiale, provando a rimanere in contatto con i direttori. La sua determinazione ha pagato, infatti, una volta ritornati alla normalità, dal luglio 2021, è riuscito ad ottenere una sua continuità, dapprima con piccoli ruoli, fino ad arrivare a parti più importanti. “Ovviamente la mia gavetta non è ancora finita, il percorso è ancora lungo. I ruoli che ricordo con più piacere sono quello di Sid Vicious, nella serie Pistol, ed il controverso Rey nella serie Welcome to Chippendales. Un altro ruolo per me importantissimo, in quanto grandissimo fan di Spiderman, sebbene per una piccolissima parte, è stato quello di Peter Parker 65, nel film Across the Spider-Verse”. Ed è così che in questi anni il nostro giovane doppiatore si è ritrovato a collaborare con molte realtà interessanti, tra le quali società che lavorano con Netflix, Warner Bros, Disney, Amazon, Paramount. “Molti sono i direttori con i quali ho contatti, che continuano ad insegnarmi il mestiere del doppiatore, con la propria visione, proprio come un regista con i suoi film. E’ un lavoro spettacolare e stimolante, che permette di divertirsi, innamorandosi dei propri ruoli, empatizzando con i personaggi”. Il suo ultimo grande successo è proprio Challengers, nel quale Cristian ha dato la sua voce al protagonista Art Donaldson, interpretato da Mike Faist. “Il film, incentrato sul tennis, parla di temi importanti come l’ossessione, l’amore e l’amicizia. E’ la storia di un triangolo amoroso tra tre tennisti: Art, il suo migliore amico Patrick, e Tashi Duncan, interpretata da Zendaya”. L’esemplare regia italiana di Luca Guadagnino ha permesso di esaltare i personaggi e le loro caratteristiche, con spettacolari musiche e slow motion, rendendo al meglio la tensione dentro e fuori il campo da gioco. “Art, che ho amato doppiare, è un personaggio introverso, che risulterà essere una pedina nella mani di Tashi. Nella premiere del film a Roma, ho avuto il piacere di incontrare l’attore Mike Faist che, come è emerso dall’intervista di Fazio a “Che tempo che fa”, ha apprezzato il nostro lavoro di squadra, composta dal direttore Massimiliano Alto, l’assistente al doppiaggio Roberta Schiavon e il fonico di sala Walter Carboni”. Non ci resta dunque che goderci questo film, adesso con una maggiore consapevolezza circa questa realtà, che include tecnica ma anche tanto estro artistico.
Valeria Mazzaro