Quanto accaduto in Israele può essere comparato all’11 Settembre del 2001 negli Stati Uniti. Il parallelismo tra i due gravi accadimenti possono essere ricercati:

1.nelle perfette modalità di preparazione elaborata nel tempo e di organizzazione dell’atto terroristico (andato perfettamente a buon fine, secondo gli intendimenti dei relativi autori) e nella capacità di penetrazione all’interno dei territori dello Stato di Israele; 2. nell’efferatezza dimostrata dai terroristi di Hamas ( forse spalleggiati da altre entità terroristiche ), unitamente alla crudeltà consumatasi nell’uccidere l’inerme popolazione civile presente nei luoghi individuati ( kibbutz, colonie, etc.); 3. nell’elemento della sorpresa e nella vulnerabilità degli apparati di sicurezza israeliani ( servizi segreti e , presìdi militari a protezione dei confini), considerati tra i migliori del mondo, i quali dovevano assicurare l’impermeabilità rispetto a sconfinamenti ed invasioni da parte di nuclei terroristici nel territorio ebraico, che poi di fatto sono avvenuti. L’abominio ulteriore degli autori che hanno posto in essere tale gravissimo atto terroristico è la presa degli ostaggi tra cui ci sono intere famiglie israeliane con bambini , condotti in tutta fretta nella striscia di Gaza per essere poi utilizzati come arma di vile ricatto ( o scudi umani) nel caso di future trattative con il governo israeliano e/o con governi di Paesi che si offrono quali mediatori. La situazione gravissima è in continua evoluzione; appare quantomai apodittico che questa ennesima crisi in Medioriente costituisce un ulteriore criticità e tensione a livello internazionale che si aggiunge a quella del conflitto russo – ucraino.

( foto fonte Internet )

Luigi Panico

(Direttore Editoriale)

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