29 maggio 1967, per la prima volta si parla di barriere architettoniche nella Circolare ministeriale n. 425 che stabiliva gli standard da rispettare perché una residenza, o uno spazio pubblico fossero costruiti in modo da garantire la fruibilità di questi anche alle persone con disabilità. 14 giugno 1989, un Decreto ministeriale definisce e rende operativo il regolamento attuativo che fissa le caratteristiche tecniche e dimensionali per rendere conformi tutti gli interventi mirati a garantire spazi fruibili e senza barriere architettoniche. 6 giugno 2001, il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia” il D.P.R. n. 380 è l’ultima e definitiva normativa riguardante le barriere architettoniche e il loro superamento. 2 aprile 2024, 23 anni dopo l’ultimo decreto, Pianura non ancora si adegua e stavolta non è solo colpa delle istituzioni ma anche e soprattutto dei cittadini. Marciapiedi stretti e dissestati rendono difficile il passaggio anche a persone che non soffrono di nessuna disabilità, marciapiedi che hanno pochi punti di accesso per persone costrette a camminare con una carrozzina. Laddove l’accesso c’è, viene spesso occupato da macchine parcheggiate sui marciapiedi che, come un percorso a ostacoli, costringono tutti allo slalom e, soprattutto a chi è in carrozzina, a percorrere lo spazio di strada riservato alle auto, rischiando la vita. La data, 2 aprile 2024, è stata la data in cui tutto questo ha avuto un volto, quello di un uomo in carrozzina che ha chiesto a due giovani ragazzi di aiutarlo, spingendo la carrozzina, a percorrere in fretta la strada che lo avrebbe portato al supermercato. La motivazione addotta a questa richiesta era: <<ho paura di essere investito>>. Una paura che ad oggi non dovrebbe esistere. Questo esempio emblematico di arretratezza e difficoltà in cui ancora oggi versa il nostro quartiere, dovrebbe saltare agli occhi anche delle istituzioni, delle autorità, della polizia municipale che mai è presente in circostanze cruciali come queste. L’ appello lo fanno tutti i cittadini, l’appello lo fa quell’uomo che ha dovuto chiedere aiuto nel 2024 perché la sua vita non fosse messa in pericolo dall’inciviltà, perché la sua vita non fosse messa in pericolo dall’indifferenza.
Simone Manna