La ricostruzione degli eventi prima, durante e dopo l’eruzione di Monte Nuovo è stata compiuta in modo multidisclipinare grazie ad indagini vulcanologiche sui suoi depositi unitamente a indagini su documenti storici dell’epoca. L’eruzione è durata una settimana ed è stata caratterizzata da tre differenti centri eruttivi ognuno con tre fasi eruttive distinte. Il centro principale era localizzato in corrispondenza dell’attuale cratere mentre i due centri minori in corrispondenza dei versanti meridionale e nord-orientale dell’edifico vulcanico. La sequenza dei depositi dell’eruzione è stata suddivisa in 5 membri (Di Vito et al., 1987). L’eruzione è iniziata il 29 settembre 1538 alle 19 e la sua prima fase eruttiva è durata fino la notte del 30 settembre. Tale fase ha prodotto piccole colonne eruttive e continue esplosioni freatomagmatiche che hanno generato correnti piroclastiche. Il membro A è stato deposto in circa 12 ore di attività del centro eruttivo principale e ha costruito gran parte del cono attuale. Il centro secondario, sul versante meridionale dell’edifico, è stato invece responsabile delle esplosioni freatomagmatiche che hanno generato i depositi da corrente piroclastica del membro B lungo il versante. Contemporanee esplosioni stromboliane dai centri secondari hanno depositato il membro C in un’area alquanto limitata. Dopo tale attività seguì una pausa di circa 2 giorni. L’eruzione riprese il 3 ottobre alle 16 e durò fino alla notte successiva con la deposizione del membro D a seguito di una sequenza discontinua di esplosioni a bassa energia da magmatiche a freatomagmatiche dal centro principale. Il 6 ottobre l’attività esplosiva riprese alle 16 e durò qualche ora con esplosioni magmatiche di bassa energia in corrispondenza di un piccolo duomo lavico intracraterico accresciutosi durante i due giorni precedenti. In questa fase, durante la quale vi furono 24 vittime avvicinatesi al cratere, si formò il membro E.
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