di Gildo De Stefano

Come dimenticare quell’estate del 2021, incredibile e straordinaria per lo sport italiano. Una miriade di successi, di vittorie, di trionfi, in così pochi mesi: davvero qualcosa di incredibile e straordinario, di assolutamente magico, epico, indimenticabile (e probabilmente anche irripetibile). È difficile trovare la vittoria più bella, il momento più emozionante, il risultato più straordinario. A raccontarcelo sono Claudio Donatelli, preparatore atletico della Nazionale Italiana di Calcio, insieme alla giornalista Annalisa Nicastro, che raccontano storie esemplari, brividi ed emozioni dello sport attraverso le voci e le vicende dei suoi protagonisti nel loro libro “L’invincibile estate – Storie di sport e di vita, trionfi, cadute e rinascite” per Rubbettino Editore, in uscita a luglio prossimo. Questo avvincente libro raccoglie le testimonianze di Martín Castrogiovanni, Giorgio Chiellini, Maurizio De Giovanni, Sofia Goggia, Xavier Jacobelli, Roberto Mancini, Francesco Moser, Silvia Salis, Alex Schwazer, Irma Testa, Damiano Tommasi, E Gianluca Vialli. Una lunga carrellata di racconti in cui il protagonista è lo sport da dentro restituendo la parola direttamente agli atleti e alle atlete coinvolte. Lo sport è sempre messo al centro delle tante e bellissime conversazioni che gli autori hanno avuto, nel corso del tempo, con gli autorevoli personaggi. Parole libere da luoghi comuni, ipocrisie e piene di sentimenti che mettono in stretta relazione lo sport e la vita. Le emozioni che il libro sa trasmettere prendono vita sui pavimenti di una palestra o su un campo da gioco e riescono ad arrivare al lettore in maniera onesta e sincera. Gli autori si pongono l’obiettivo di trascinare il lettore dentro le pagine per fargli rivivere le emozioni che gli stessi atleti hanno provato quando hanno superato la curva finale sugli sci a 112 km/h o poco prima del gancio finale contro un avversario su un ring. Un libro lontano da toni altisonanti, epici e autoreferenziali perché la sua efficacia è nella naturale semplicità delle cose vissute. Lo stile narrativo scelto dai due autori è l’Autofiction, in cui l’autore è anche protagonista e voce narrante di storie in bilico tra fiction e non fiction. Il racconto finzionale viene percepito così come una sorta di memoriale, in cui il tessuro narrativo è composto dalle testimonianze vere, per niente inventate. Questo realismo documentario accentua il tono di veridicità, allontanandosi dal contenuto meramente costruito ad arte, perché tutti noi siamo fatti di emozioni e lo sport ha già nella sua stessa natura la potenza di meravigliare. Praticamente un tuffo nel momento sportivo più felice che l’Italia avesse potuto avere, di slanci ed emozioni ma anche di sacrifici ed entusiasmo al di sopra della norma.

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