In Italia sono censite oltre 500 sette, il 30% al Sud

Accostarsi alle nuove sette è molto facile. Dopo il Covid, lo è ancora di più a causa del bisogno di amore, sicurezza, riparo ed appartenenza. Situazioni di fragilità causate da malattia, lutto e delusioni lavorative o sentimentali sono acqua di coltura per persone senza scrupoli che si insinuano nelle famiglie per trarne profitti. Le sette non sono sempre sataniche ma certamente diaboliche: dopo la prima fase idilliaca, denominata “luna di miele” o “love bombing”, il Leader della setta avvia il vero e proprio abuso emotivo e psicologico chiedendo all’abusato di rompere i ponti con la famiglia, con l’ambiente amicale, con la vita di relazione. L’abusato, che si convince che la scelta è personale, viene avviato ad un percorso di indottrinamento per essere spogliato dei propri averi. Non sono rari gli abusi sessuali. L’abuso psicologico è il risultato di atti coercitivi e condizionamenti del pensiero e, contrariamente all’opinione diffusa, riguarda uomini, donne, e minori di tutti gli strati sociali, di tutti i Paesi, di tutte le culture, i livelli di istruzione e le fasce d’età. Gli ambiti associativi in cui si perpetra l’abuso psicologico sono sia la famiglia che le comunità religiose, di lavoro, politiche o ideologiche. Il fenomeno dell’abuso psicologico determina la dipendenza rispetto al leader della setta e purtroppo è causa di un malessere psico-fisico che in casi gravi può sfociare in vere e proprie patologie mentali. E’ molto difficile uscire da una setta: la setta insegue, minaccia, sa tutto dell’adepto ormai deprivato dei familiari oltre che dell’autonomia finanziaria. Forze dell’ordine, Istituzioni, Centri di igiene mentale ed Associazioni sono validi centri di convergenza di attenzione sul “reato” di abuso emotivo e psicologico.

Deborah Tommasone

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