Nel 2001 l’allora Giunta comunale a guida del sindaco Rosa Russo Iervolino, aveva approvato 5 progetti speciali per il quartiere di Pianura. Uno di questi prevedeva la costruzione di un poliambulatorio della ASL Napoli 1 in via Grottole. Un bel luogo dove costruire una struttura del genere perché immerso nel verde, silenzioso e facile da raggiungere. I lavori iniziarono e anche con buona prospettiva di riuscita. Ma bastarono soli due anni, per far deragliare il progetto. I lavori si fermarono e le motivazioni ufficiali alla base di questa decisione avevano dell’assurdo: i soldi non bastano; le finestre non sono allineate con le misure standard previste; il sottopassaggio delle ambulanze è insufficiente. Insomma, assurdo se si pensa che si trattava di un progetto per cui furono stanziati ben nove milioni di euro e di cui ne erano già stati spesi tre. Ancora una volta nell’incompetenza di chi viene scelto dall’amministrazione pubblica per progetti di tale portata, nel disinteresse di chi viene scelto come proprio rappresentante dai cittadini, a farne le spese è il popolo. In una zona un tempo amena, dopo 22 anni ritroviamo ancora uno scheletro di cemento adibito a discarica, dove al posto dei 40 posti letto previsti, della sala operatoria messa a progetto troviamo i rifiuti (anche speciali) ammassati in lenta decomposizione e all’aperto che devastano l’ambiente e continuano a rilasciare sostanze tossiche, per chi respira quell’aria. Tutto ciò in una zona dove si trova una scuola materna-elementare, dove si trovano numerosi caseggiati, in una zona già dilaniata dai sempre crescenti casi di tumore. Quasi parodico pensare che una struttura che avrebbe dovuto curare sia diventata fonte di danno per la comunità. Parodico è il fatto che proprio difronte a questo scempio è situato un luogo in cui si incontrano i giovani, un posto dove numerosi enti provano a rendere viva la comunità pianurese, una comunità che, a quanto pare, non merita sollievo, non merita di godere del verde che la natura le ha regalato, non merita tranquillità e notizie positive ma solo di apparire sui rotocalchi quando qualche cittadino, che non le vuole bene, la dilania con azioni degne della più dura punizione. Fa tristezza sapere che non c’è più alcun tipo di obiettivo per un posto che esibisce nelle lamiere esterne, imbrattate da disegni e scritte, manifesti funebri sormontati da un fantasma diventato un’altra tappa del tour del degrado progettato per chi visita il nostro quartiere.

Simone Manna

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