Forse non tutti conoscono Torre Caracciolo, la dimora-fortezza nell’ omonima frazione di Marano, definita da Fabrizia Ramondino “Il paese dei bambini”. Commissionata nel XV secolo dal sovrano Ferrante I D’Aragona, fu per un breve periodo l’abitazione della scrittrice napoletana e di suo marito Francesco Alberto Caracciolo. Attualmente la famiglia Caracciolo ne è proprietaria, dopo una lunga e travagliata successione che ha coinvolto diverse famiglie, dai Ricca ai Capace Piscicelli, fino al conte Ambrogino Caracciolo di Torchiarolo, dal quale deriva l’attuale denominazione.
Nel suo libro “L’isola dei bambini”, Fabrizia racconta la sua esperienza negli anni Sessanta, quando faceva parte della neonata associazione “Risveglio Napoli” a Torre Caracciolo, frazione situata tra Marano e Quarto. La dimora incuriosiva i bambini del borgo circostante, all’epoca ancora prevalentemente rurale, spesso afflitti da condizioni difficili, vivendo in case coloniche. La torre divenne uno dei punti di riferimento per i giovani, tra momenti di spensieratezza, sogni, cartoni, colori e avventurose passeggiate nel bosco. Quello stesso bosco che circonda la torre aragonese, oggi spesso inaccessibile e cumulo di rifiuti, prima rappresentava una risorsa preziosa, dalle erbe ai funghi, dalla creta fino alle foglie del castagno utilizzate come giaciglio per i polli.
Il complesso di oltre 2400 mq, dimora della Contessa Caracciolo, spicca su uno sfondo di case, con una vista panoramica che si estende fino all’isola di Capri. Circondata da un curatissimo giardino rettangolare, la tenuta è composta da una torre a tre livelli, due corpi di fabbrica ed una cappella gentilizia precedentemente adibita a chiesa parrocchiale.
Gli angoli della torre sono distinti dalla presenza di merli in muratura, elementi tipici delle costruzioni difensive, che venivano eretti a intervalli regolari lungo le mura per proteggere dagli attacchi delle frecce nemiche e contrattaccare, garantendo un certo riparo.
Sebbene la torre probabilmente non abbia mai subito eventi bellici diretti, nell’ultimo periodo di guerra in Italia fu utilizzata dalle truppe tedesche come punto d’avvistamento per monitorare un eventuale sbarco degli Alleati sul litorale Domizio.
Torre Caracciolo è un luogo dal fascino antico, in cui si respira storia e cultura, un autentico gioiello dell’architettura flegrea in attesa di essere divulgato, valorizzato, scoperto.
Alessia Verniero
Cara Alessia, ho letto con molto piacere questo tuo secondo articolo sulle bellezze nascoste di Pianura, che rivela l’amore che senti per la tua terra natìa.
Dovresti renderti promotrice di visite guidate in questi tesori nascosti, che testimoniano e raccontano storie di altri tempi, a cominciare dagli studenti delle scuole di Napoli e provincia e, perché no, per amici e parenti che vivono in altre città.
La tua scrittura è chiara e coinvolgente e rende benissimo il fascino di questi luoghi così vicini e così ignoti, stimolando l’interesse a conoscerli e visitarli.
Complimenti vivissimi!
Luigi Tuccillo